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mercoledì 26 ottobre 2011

Te lo ripeto ancora un volta: Non ficcare alcuna parte del tuo corpicino nei miei affari, dammi retta, non hai niente da guadagnarci pivello perché anche se ti imbarcassi per l’angolo più remoto dell’oceano e riuscissi a ripescare, in tempo, il mio corpo mezzo affogato per liberarmi i polmoni dall’acqua e sottrarmi all’abbraccio della morte. Sarei comunque infuriato! Perché la prima faccia che rivedrei sarebbe la tua!


Quando il principe delle tenebre ti richiamerà a casa, ti prego… promettimi che donerai il tuo corpo alla scienza. E non intendo la scienza medica, ma la Nasa. Perché quando tutti quei cervelloni avranno rinunciato a cercare di capire com’è fatto un buco nero, guardando quello spazio dove un tempo ci sarebbe dovuto essere il tuo cuore, diranno finalmente sollevati: “Oh, che sciocchi… Ecco com’è fatto!”


Quando mi hanno detto che eri qui sul tetto ho pensato naturalmente che fosse perché la tua odiosa missione sul pianeta Terra fosse finalmente conclusa. Allora, dimmi… dove si trova l’astronave madre?