mercoledì 30 marzo 2011
lunedì 28 marzo 2011
venerdì 25 marzo 2011
ROMEO: Chi non è mai stato ferito, ride delle cicatrici altrui. (Giulietta appare a una finestra.) Oh, che luce viene da quella finestra? Essa è l'oriente e Giulietta è il sole. Sorgi, bel sole, e uccidi l'invidiosa luna già malata e livida di rabbia perché tu sei tanto più luminosa di lei. Non servirla se essa ti invidia; la sua veste virginale è d'un color verde scialbo che piace solo agli sciocchi. Gettala via! Ma è la mia dama! il mio amore! Se sapesse di esserlo! Parla, e nulla dice. Come mai? E il suo sguardo a parlare per lei e a lui risponderò. No, sono troppo audace, non si rivolge a me. Due delle più belle stelle del cielo devono essere state attirate altrove e hanno pregato gli occhi di lei di scintillare nelle loro orbite durante la loro assenza. E se davvero gli occhi di lei, gli occhi del suo volto, fossero stelle? Tanto splendore farebbe scomparire le altre stelle come la luce del giorno fa scomparire una lampada in cielo i suoi occhi brillerebbero tanto che gli uccelli si metterebbero a cantare credendo non fosse più notte. Guarda! Guarda come poggia la sua gota alla mano; oh, fossi il guanto di quella mano e potessi toccare quella gota! GIULIETTA: Àhimè! ROMEO: Parla, oh, parla ancora, angelo di luce! Sei bella in questa notte e mi sovrasti come un alato messaggero celeste, cavalcante su pigre e sbuffanti nuvole per volare in seno all'aria, sorvola i mortali che, nel levare lo stupido sguardo verso l'alto, si piegano all'indietro e fan biancheggiare gli occhi. GIULIETTA: Romeo, Romeo, ma perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre, rinuncia al tuo nome; e se non vuoi farlo, basta che tu giuri d'essere il mio amore perché io non sia più una Capuleti. ROMEO (fra se) Devo ancora stare ad ascoltare o devo rispondere? GIULIETTA: Solo il tuo nome mi è nemico; tu sei te stesso, non un Montecchi. Che cos'è Montecchi? Non è la mano, non è il piede, non è il braccio, non è il volto né qualsiasi altra parte d'un corpo umano. Prendi un altro nome. Cosa v'è in un nome? Quella che noi chiamiamo rosa non perderebbe il suo profumo se avesse un altro nome. E così Romeo, anche se non si chiamasse Romeo, resterebbe perfetto. Romeo, lascia andare il tuo nome; e pel tuo nome che non è parte di te, prendi tutta me stessa. ROMEO: Ti prendo in parola: chiamami "amore" e sarò ribattezzato. Da questo istante non sarò mai più Romeo. GIULIETTA: Ma chi sei tu, che, così protetto dalle tenebre, sorprendi i segreti miei? R0MEO: Il mio nome non ti direbbe chi io sia; il mio nome, santa mia cara, è odioso a me perché è nemico a te. Se lo avessi scritto strapperei il foglio. GIULIETTA: Nei miei orecchi non sono ancora entrate cento parole della tua voce che già ne conosco il suono. Non sei tu Romeo, e un Montecchi? ROMEO: Nessuno dei due, creatura bella, se tutt'e due ti dispiacciono. GIULIETTA: Ma come sei venuto, dimmi, e perché? I muri del giardino sono alti e difficili da scalare e, dato chi sei, questo nome ti sarebbe mortale, se un parente mio ti ci trovasse. ROMEO: Sono volato sopra questi muri con le ali dell'amore, ché nessun limite di pietra può chiudere la via della passione. Tutto ciò che amore osa è lecito all'amore. I tuoi parenti non sono un ostacolo per me. GIULIETTA: Ma se ti vedono ti uccidono. R0MEO: V'è più pericolo negli occhi tuoi che in venti delle spade loro. Guardami con dolcezza e io sarò al sicuro da ogni nemico. GIULIETTA: Per niente al mondo vorrei ti vedessero qua. ROMEO: La notte mi nasconde con il suo manto; ma se tu non mi ami, lascia pure che essi mi scoprano. Morire per il loro odio è meglio che vivere implorando il tuo amore. GIULIETTA: Chi ti ha condotto fino a qui? ROMEO: Per primo mi ci ha spinto l'amore. In cambio del suo consiglio, gli ho prestato i miei occhi. Non sono un pilota, ma anche se tu fossi stata distante quanto la spiaggia bagnata dal più lontano mare, io mi sarei avventurato fin laggiù. GIULIETTA: Se la notte non celasse il mio volto, tu mi vedresti arrossire per ciò che hai udito dire stasera. Oh, Romeo, rispetterei volentieri le forme, rinnegherei volentieri quel che ho detto; ma, oramai, addio vani rispetti! Tu mi ami? So che rispondi sì, e ti prendo in parola. E' vero, con il giuramento potresti provarmi il contrario; ma anche Giove si dice rida degli spergiuri d'amore. Dolce Romeo, se mi ami dimmelo con lealtà; e se credi che io mi sia lasciata vincere troppo presto, mi farò burbera e cattiva e ti respingerò perché tu ti metta a corteggiarmi. Ma no, per nulla al mondo lo farei. Davvero, Montecchi mio caro, sono tanto innamorata che non m'importa di vederti giudicare leggera la mia condotta. Ma fidati di me, tu che sei un gentiluomo, e vedrai che sono più fedele di chi ha più astuzia e più riserbo. Sarei stata più riservata, lo confesso, se tu non avessi sentito, prima che io stessa me ne accorgessi, la mia passione. E allora perdonami, e non mi condannare se nel buio della notte ho in un baleno ceduto al tuo amore. ROMEO: Madonna, io vi giuro sulla benedetta luna che inargenta le cime di questi melograni... GIULIETTA: Oh no, non giurare sulla luna, sull'incostante luna che ogni mese si muta, a meno che il tuo amore sia altrettanto mutevole. ROMEO: Su che cosa devo giurare? GIULIETTA: Non giurare affatto o, se vuoi, giura su te stesso, divino signore della mia idolatria, e subito ti crederà. ROMEO: Se il caro bene del mio cuore... GIULIETTA: No, non giurare benché tu sia la mia gioia io non riesco a gioire del patto d'amore che ci lega stasera, è troppo rapido, troppo improvviso, troppo violento, troppo simile al fulmine che passa prima che si sia potuto dire "Fulmina!" Dolcezza mia, buonanotte. Questo boccio d'amore si maturerà nel soffio dell'estate e forse, quando ci ritroveremo, sarà uno splendido fiore. Buonanotte, buonanotte! il riposo e la pace che scenderanno nel tuo cuore siano soavi come quelli che sono nel mio petto. ROMEO: Vuoi lasciarmi insoddisfatto così? GIULIETTA:E quale soddisfazione potresti avere stasera? ROMEO: Quella di udirti ricambiare il mio voto d'amore. O Il mio voto te l'ho dato prima che tu me l'abbia chiesto eppure vorrei avere ancora da pronunciarlo. ROMEO: Vorresti rinnegarlo? E perché, amore? GIULIETTA: Per essere generosa e potertelo ridare. Ma io desidero solo quello che già ho. La mia generosità è come il mare e non ha confini, e il mio amore è altrettanto profondo: ambedue sono infiniti e così più do a te e più ho per me. (La Nutrice chiama dall'interno.) Odo voci in casa. Addio, amore caro! Vengo, balia. Dolce Montecchi, sii fedele. Aspettami costì, torno subito. (Si ritira.) ROMEO: Benedetta, benedetta notte! Ho paura, poi che è notte, che tutto questo sia solo un sogno, troppo dolce e lusinghiero per essere vero. (Giulietta si riaffaccia alla finestra.) GIULIETTA: Tre parole, caro Romeo, e buonanotte per davvero. Se sei disposto ad amarmi con onore e se il tuo scopo è di sposarmi, mandami a dire, domani, da chi incaricherò di venire da te, dove e a che ora vuoi celebrare il rito, e io metterò ai tuoi piedi tutti i miei beni e ti seguirò, mio signore, per tutta la vita; NUTRICE (da dentro): Madonna! GIULIETTA: Vengo subito... Ma se le tue intenzioni non sono buone, io ti scongiuro... NUTRICE (da dentro): Madonna! GIULIETTA: Eccomi, vengo... di smettere la tua corte e di lasciarmi al mio dolore. Domattina manderò da te. ROMEO Dio salvi l'anima mia... GIULIETTA: Mille volte buonanotte! (Esce.) ROMEO: Mille volte cattiva, nel desiderio della tua luce. L'amore corre all'amore con la gioia con cui gli scolari fuggono dai libri; e l'amore fugge dall'amore con il mesto sguardo con cui lo scolaro corre alla scuola. (Si allontana.) (Giulietta torna ad affacciarsi alla finestra.) GIULIETTA: Senti, Romeo, senti! Oh, se avessi la voce d'un falconiere per adescare questo falchetto! La voce di chi è schiavo è fioca e non può parlar forte, se no squarcerei la caverna dove si cela l'eco e pel gran ripetere il nome del mio Romeo renderei quell'aerea voce più roca della mia. Romeo! ROMEO: È l'anima mia che pronuncia il mio nome così: la voce degli amanti nella notte è argentea come la più dolce delle musiche. GIULIETTA: Romeo! ROMEO: Cara! GIULIETTA: A che ora, domattina, posso mandare da te? ROMEO: Alle nove. GIULIETTA:Non mancherò: han da passare vent'anni per arrivare a quell'ora. Non mi ricordo più perché t'ho richiamato. ROMEO: Lasciami aspettare che tu te lo rammenti. GIULIETTA: Lo dimenticherò per vederti ancora costà, e ricorderò solo come io goda la tua compagnia. ROMEO: E io ci rimarrò perché tu continui a dimenticare, dimenticando ogni luogo che non sia questo. GIULIETTA: È quasi giorno; vorrei tu te ne fossi andato ma non più lontano d'un fringuello che balzi via dalla mano di una lieta ragazzetta, come un povero prigioniero fuori dalle sue catene, e che ella, gelosa di quella libertà, riconduca a sé con un filo di seta. ROMEO: Vorrei essere io il tuo prigioniero. GIULIETTA: E così vorrei io, dolcezza mia, ma ti finirei per le molte carezze. Buonanotte, buonanotte! Lasciarti è un dolore così dolce che vorrei dir buonanotte finché fosse giorno. ROMEO: Sonno agli occhi tuoi, pace al tuo cuore! Vorrei essere io il tuo sonno e la tua pace. Adesso vado alla cella del mio confessore a chiedergli aiuto e a confidargli la mia fortuna. (Esce.)
Un professore di filosofia, in piedi davanti alla sua classe, prese un grosso vasetto di marmellata vuoto e cominciò a riempirlo con dei sassi, di circa 3 cm. Di diametro. Una volta fatto chiese agli studenti se il contenitore fosse pieno ed essi risposero di sì. Allora il professore tirò fuori una scatola di piselli, li versò dentro il vasetto e lo scosse delicatamente. Ovviamente i piselli si infilarono nei vuoti lasciati tra i sassi. Ancora una volta il professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno ed essi, ancora una volta, dissero di si. Allora il professore tirò fuori una scatola piena di sabbia e la versò dentro il vasetto. Ovviamente la sabbia riempì ogni spazio vuoto lasciato e coprì tutto. Ancora una volta il professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno e questa volta essi risposero di sì, senza dubbio alcuno. Allora il professore tirò fuori da sotto la scrivania, due lattine di birra e le versò completamente dentro il vasetto, inzuppando la sabbia. Gli studenti risero. “Ora,” disse il professore non appena svanirono le risate, “voglio che voi capiate che questo vasetto rappresenta la vostra vita. I sassi sono le cose importanti – la vostra famiglia, i vostri amici, la vostra salute, i vostri figli: le cose per le quali, pur se tutto il resto andasse perduto, la vostra vita sarebbe ancora piena. I piselli sono le altre cose per voi importanti: come il vostro lavoro, la vostra casa, la vostra auto. La sabbia è tutto il resto…. La piccole cose.” “ Se mettete dentro il vasetto per prima la sabbia, “ continuò il professore “ non ci sarebbe spazio per i piselli e per i sassi . Lo stesso vale per la vostra vita. Se dedicate tutto il vostro tempo e le vostre energie alle piccole cose, non avrete spazio per le cose che per voi sono importanti. Dedicatevi alle cose che vi rendono felici: giocate con i vostri figli, portate il vostro pater al cinema, uscite con gli amici. Ci sarà sempre tempo per lavorare, pulire la casa, lavare l’auto. Per prima cosa prendetevi cura dei sassi - le cose che veramente contano. Fissate le vostre priorità…… il resto è soltanto sabbia.” Una studentessa allora alzò la mano e chiese al professore che cosa rappresenta la birra. Il professore sorrise. “Sono contento che me l’abbia chiesto. Era giusto dimostrarvi che non importa quanto piena possa essere la vostra vita, perché c’è sempre spazio per un paio di birre!”
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via. Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore, dalle ossessioni delle tue manie. Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare. E guarirai da tutte le malattie, perché sei un essere speciale, ed io, avrò cura di te. Vagavo per i campi del Tennessee (come vi ero arrivato, chissà). Non hai fiori bianchi per me? Più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare. Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza. Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza. I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi, la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi. Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto. Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono. Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare. TI salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te... io sì, che avrò cura di te.
Buonanotte, buonanotte amore mio, buonanotte tra il telefono e il cielo. Ti ringrazio per avermi stupito, per avermi giurato che è vero. Il granturco nei campi è maturo ed ho tanto bisogno di te, la coperta è gelata, l'estate è finita. Buonanotte questa notte è per te. Buonanotte, buonanotte fiorellino, buonanotte fra le stelle e la stanza, per sognarti, devo averti vicino, e vicino non è ancora abbastanza. Ora un raggio di sole si è fermato proprio sopra il mio biglietto scaduto. Tra i tuoi fiocchi di neve, le tue foglie di tè. Buonanotte, questa notte è per te. Buonanotte, buonanotte monetina, buonanotte tra il mare e la pioggia, la tristezza passerà domattina e l'anello resterà sulla spiaggia, gli uccellini nel vento non si fanno mai male, hanno ali più grandi di me e dall'alba al tramonto sono soli nel sole. Buonanotte questa notte è per te
non voglio farvi la morale, non voglio dirvi cosa dovete fare... voglio solo farvi aprire il cervello! pensate vivete sempre al massimo e siate liberi di pensare di agire di dire la vostra!!! incazzatevi con me, litigate nel mio blog fate quel cazzo che volete! ma siate veri! voglio sentimenti profondi voglio la vostra vera anima! tiratela fuori liberatela! fatela volate alta come un albatross!!
Solo due per ogni combattimento. Un combattimento per volta. Si combatte senza camicia e senza scarpe. Il combattimento dura per il tempo che stabiliscono loro. Queste sono le altre regole del fight club. Quelli del fight club non sono quelli del mondo reale. Anche se tu dicessi al ragazzo della copisteria che è un combattente fenomenale, non parleresti alla stessa persona. Quello che sono io al fight club non è uno che il mio capo conosce. Dopo una sera al fight club ogni cosa del mondo reale si ridimensiona. Niente può farti più incazzare. La tua parola è legge e se qualcuno viola quella legge o la mette in dubbio, non t'incazzi lo stesso"
Ah, se l'Italia imparasse questa lezione! È un Paese così diviso, l'Italia. Così fazioso, così avvelenato dalle sue meschinerie tribali! Si odiano anche all'interno dei partiti, in Italia. Non riescono a stare insieme nemmeno quando hanno lo stesso emblema, lo stesso distintivo, perdio! Gelosi, biliosi, vanitosi, piccini, non pensano che ai propri interessi personali. Alla propria carrieruccia, alla propria gloriuccia, alla propria popolarità di periferia. Pei propri interessi personali si fanno i dispetti, si tradiscono, si accusano, si sputtanano...Io sono assolutamente convinta che, se Usama Bin Laden facesse saltare in aria la Torre di Giotto o la Torre di Pisa, l'opposizione darebbe la colpa al governo. E il governo darebbe la colpa all'opposizione. I capoccia del governo e i capoccia dell'opposizione, ai propri compagni e ai propri camerati. E detto ciò lasciami spiegare da che cosa nasce la capacità di unirsi che caratterizza gli americani. Nasce dal loro patriottismo. Io non so se in Italia avete visto e capito quel che è successo a New York quando Bush è andato a ringraziar gli operai (e le operaie) che scavando nelle macerie delle due torri cercano di salvare qualche superstite ma non tiran fuori che qualche naso o qualche dito. Senza cedere, tuttavia. Senza rassegnarsi, sicché se gli domandi come fanno ti rispondono: «I can allow myself to be exhausted not to be defeated. Posso permettermi d'essere esausto, non d'essere sconfitto». Tutti. Giovani, giovanissimi, vecchi, di mezz'età. Bianchi, neri, gialli, marroni, viola...L'avete visti o no? Mentre Bush li ringraziava non facevano che sventolare le bandierine americane, alzare il pugno chiuso, ruggire: «Iuessè! Iuessè! Iuessè! Usa! Usa! Usa!». In un paese totalitario avrei pensato: «Ma guarda come l'ha organizzata bene il Potere!». In America, no. In America queste cose non le organizzi. Non le gestisci, non le comandi. Specialmente in una metropoli disincantata come New York, e con operai come gli operai di New York. Sono tipacci, gli operai di New York. Più liberi del vento. Quelli non obbediscono neanche ai loro sindacati. Ma se gli tocchi la bandiera, se gli tocchi la Patria...In inglese la parola Patria non c'è. Per dire Patria bisogna accoppiare due parole. Father Land, Terra dei Padri. Mother Land, Terra Madre. Native Land, Terra Nativa. O dire semplicemente My Country, il Mio Paese. Però il sostantivo Patriotism c'è. L'aggettivo Patriotic c'è. E a parte la Francia, forse non so immaginare un Paese più patriottico dell'America. Ah! Io mi son tanto commossa a vedere quegli operai che stringendo il pugno e sventolando la bandiera ruggivano Iuessè-Iuessè-Iuessè, senza che nessuno glielo ordinasse.
Un amaro sorriso La nostra linea diritta corre in mezzo al nero mentre attraversiamo citta` mute come fantasmi della trasgressione Soli in un abbraccio disperato soli nello scherzo alla vita ma un brivido di energia corre di nuovo nel mio corpo e domani rideremo ancora in faccia a noi stessi in faccia alla morte Forse stiamo sbagliando ma chi sara` mai l'eroe del giusto? non rimarra` niente di quello che siamo risate sfuocate nello specchio del vivere sberleffo alla santa ragione ricorderemo sempre tutto lucidi guerrieri pronti a vendicare la vita Soli in un abbraccio disperato... Non rimarra` niente di quello che siamo ribelli al nostro destino piccola minaccia in un tempo sbagliato.
sabato 19 marzo 2011
venerdì 18 marzo 2011
Supponiamo che il nostro compito sia di attraversare un fiume; non lo realizzeremo senza ponti né barche; fino a quando la questione del ponte o delle barche non sia risolta, a cosa serve parlare di attraversare il fiume? -- Mao Tse Tung
La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezzà, con tanta grazia o cortesia, la rivoluzione è un atto di violenza. -- Mao Tse Tung
giovedì 17 marzo 2011
icordate solo una cosa! voi siete il meglio! ogniuno di voi è qualcosa di unico e irripetibile! non importa quanto guadagniate o quale cazzo di auto guidiate (ammesso di averne una) quanto siate fighie quanto piacciate alla gewnte o quanto siate apprezzati! quando siete davanti a un ostacolo a qualsiasi ostacolo che sta per sommergervi uomo o cosa che sia fermatevi un secondo e ripetete questa frase UN GIORNO QUALCUNO MI SCONFIGGERA'... MA NON E' OGGI E NON SARAI TU!
Napoleone diceva che più gli uomini hanno carattere più hanno un pessimo carattere... quindi fratelli diffidate dai troppo buoni.. dai troppo sorridenti e gentili...troppi usano il loro sorriso come specchi per le allodole per nascondere trappole oscure e profonde!
Non c`è tempo per noi Non c`è posto per noi Cos`è questa cosa che costruisce i nostri sogni, però ci sfugge? Chi vuole vivere per sempre? [x2] Non c`è possibilità per noi È tutto deciso per noi Questo mondo ha solo un dolce momento tenuto da parte per noi Chi vuole vivere per sempre? [x2] Chi osa amare per sempre Quando l`amore deve morire? Ma tocca le mie lacrime con le tue labbra Tocca il mio mondo con la punta delle tue dita E noi potremo avere per sempre E potremo amare per sempre Per sempre è il nostro oggi Chi vuole vivere per sempre? [x2] Per sempre è il nostro oggi Ad ogni modo, chi aspetta per sempre?
a sconfitta è unicamente temporanea, e la sua punizione non è altro che uno sprone per me a compiere maggiori sforzi per raggiungere i miei obiettivi. La sconfitta mi dice semplicemente che qualcosa nelle mie azioni è sbagliato, è un sentiero che conduce al successo e alla verità avete capito l'inseganamento fratelli? sono i nostri gesti e le nostre azioni a essere sbagliati! non è colpa di qualcun altro! un dio nell' altro dei cieli un capoufficio stronzo o un vicino bastardo o un altro dio nel profondo degli inferi! i colpevoli della nostra infelicità siamo quasi sempre noi! impariamo a riconoscere i nostri errori e assumerci le nostre colpe e responsabilità! allora saremo grandi! e allora potremo finalmente INIZIARE a parlare dei nostri meriti verso la società
martedì 15 marzo 2011
lunedì 14 marzo 2011
Tyler Durden:" Un ' intera generazione che pompa benzina. Che serve ai tavoli. O schiavi coi coletti bianchi. La pubblicita' ci fa inseguire le macchine e i vestiti. Fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo della storia: non abbiamo la grande guerra ne' la grande depressione. La nostra grande guerra é quella spirituale . La nostra grande depressione é la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock stars. Ma non é cosi. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene " CAZZO FRATELLI E' COSì CHE VI SENTITE NO? SCHIACCIATI DA UN INGRANAGGIO PIU' GRANDE DI VOI... E ALLORA SABOTATELO... SABOTATE LUI... NON SABOTATE VOI STESSI! CERCATE PER QUANTO VI E' POSSIBILE DI RENDERE QUESTO MONDO MENO UNA MERDA PER VOI E PER CHI E' COSTRETTO O A SCELTO O GLI E' CAPITATO DI VIVERE INSIEME A VOI
Voglio che tu sia te stesso, il senso di colpa è come un sacco di mattoni, non devi far altro che scaricarlo. Per chi è che ti incolli tutti quei mattoni si può sapere? DIO, è cosi? DIO? Ti voglio dare una piccola informazione confidenziale a proposito di DIO... a DIO piace guardare, è un guardone giocherellone... riflettici un po': lui da all'uomo gli istinti, ti concede questo straordinario dono e poi che cosa fa? Te lo giuro che lo fa per il suo puro divertimento, per farsi il suo bravo cosmico spot pubblicitario del film: fissa le regole in contraddizione! Una stronzata universale! GUARDA MA NON TOCCARE, TOCCA MA NON GUSTARE... GUUUUSTA!!! ...MA NON INGHIOTTIRE!!! E mentre tu saltelli da un piede all'altro lui cosa fa? Se ne sta li a sbellicarsi dalle matte risate... perché è un moralista! Un gran sadico! È un padrone assenteista... ecco che cos'è! E uno dovrebbe adorarlo? NO MAI!" MEGLIO REGNARE ALL' INFERNO CHE ESSERE SCHIAVI IN PARADISO... Bene.. Male.... giusto... sbagliato vero... falso... verità... menzonga... oggi il confine fra queste parole è più sottile di un foglio di carta... voi da che parte state? quanto coraggio ci vuole a essere buoni? a voi la risposta...
"perchè ogni maledetta domenica si vince o si perde... tutto sta a vedere se si vince o si perde da uomini" diceva qualcuno in un bellissimo film... e cazzo se mi ha fatto riflettere... mi ha fatto pensare... ma alla fine di ogni giorno quando torni a casa dalla tua famiglia... ogni settimana quando sei nel letto alla domenica mattina... ogni mese quando ritiri lo stipendio... ogni anno... quando ripensi a quello che è successo... alla fine della tua vita... quando verrà il tempo di tirare le somme... NON IMPORTA CHE TU ABBIA VINTO O PERSO... NON E' IN QUELLO CHE LA TUA COSCIENZA TI VALUTERA' MA VI SARETE COMPORTATI DA UOMINI?? PER ESSERE ALBATROSS BISOGNA AVERE ALI LEGGERE... RIPULITE LE VOSTRE ALI DA MENZOGNE E MESCHINITA'... SIATE CANDIDI ALBATROSS CHE VOLANO NEL VENTO... VENITE... VOLATE CON ME...
Odio quando mi parli Odio quando mi chiami Odio quando mi dici "TI AMO" Odio quando mi metti al centro dell'attenzione Odio la tua gelosia Odio quando mi dici "TI CHIAMO" e non lo fai Odio quando discutiamo e hai sempre ragione Odio quando mi abbracci Odio quando mi fai piangere. Ma la cosa che odio di più di te e che non riesco ad odiarti. Odio il modo in cui mi parli e il modo in cui ti tagli i capelli odio il modo in cui mi fissi, odio il modo in cui guidi la mia macchina, odio i tuoi stupidi stivali anfibi, odio il modo in cui mi leggi nella mente, ti odio così tanto che mi fa star male, mi fa perfino scrivere poesie, ti odio... odio quando hai sempre ragione, odio quando mi menti, odio quando mi fai ridere, odio anche di più quando mi fai piangere, odio quando tu non mi sei intorno ma più di tutto odio il fatto che non ti odio, nemmeno quasi, nemmeno un pochino, nemmeno niente.... con questo messaggio non voglio insegnarvi niente, non vi voglio dire niente... questa volta il professore jack è in sciopero! questa è la sua cazzo di anima che parla! parla... verso colei che gli ha rapito il cuore e dopo averlo cullato tre anni e mezzo lo ha gettato via come un vecchio balocco dimenticato... ti amo ogni giorno di più... FANCULO A TUTTI
E' meglio non esser diversi dai propri simili. In questo mondo i brutti e gli stupidi hanno la sorte migliore; possono starsene comodamente seduti a guardare la commedia. Non conoscono la vittoria, ma in compenso non sono costretti a conoscere la sconfitta; vivono come dovremmo tutti, indisturbati, indifferenti, senza fastidi. (...)
1) NON PICCHIARE MAI UNA DONNA 2) NON PIANTARE MAI IN ASSO I TUOI SOCI 3) NON FARE MAI IL CRUMIRO 4) NON SFONDARE MAI UN PICCHETTO 5) NON FARE MAI LA SPIA Né A UN AMICO Né A UN NEMICO 6) NON DIRE MAI NIENTE A LORO (LORO SAREBBERO LA POLìS, QUELLI DEL COLLOCAMENTO, ASSISTENTI SOCIALI, GIORNALISTI, FUNZIONARI COMUNALI, CENSIMENTO, ECCETERA) 7) NON FAR PASSARE MAI UNA SETTIMANA SENZA INVESTIRE IN UN NUOVO VINILE 8) DA' QUANDO PUOI, PRENDI SOLO QUANDO DEVI 9) SE SEI SU DI MORALE, O SEI GIù, RICORDA CHE NESSUNA COSA BELLA O BRUTTA DURA IN ETERNO, E OGGI E' L'INIZIO DEL RESTO DELLA TUA VITA 10)L'AMORE REGALALO, MA IN QUANTO ALLA FIDUCIA SII AVARO dieci regole... un modo solo di vivere... queste sono le regole nella Mia alcatraz...
Mentalità divertente quella degli americani. Nessuno ha detto niente quando Nixon ha bombardato illegalmente la Cambogia, ma se lo avessero sorpreso in una camera d'albergo con una minorenne lo avrebbero cacciato in due giorni! Woody Allen
sabato 12 marzo 2011
Con i voti cominciano appena nasci, se vieni fuori con tutti i pezzi a posto, se piangi abbastanza forte e se sei sopra i 4 kg ti puoi beccare persino un 10 altrimenti giù a scalare. Se sei precoce, se sei uno di quelli che iniziano a camminare e chiamare mamma prima dei dieci mesi... ti possono dare anche un 9-9 e mezzo... altrimenti anche li si scende. Inutile dire che appena cresci e vai all'asilo... beh... li si fa sul serio e i voti cominciano a fioccare. A scuola, ovviamente, devi fare i conti con l'esplosione, la compilation, il festival dei voti! Forse però il peggio deve ancora venire, perché poi ti aspettano per darti il voto per le ragazze con cui esci, per la macchina che hai, per la casa in cui vivi, per il lavoro che fai. Siamo qui per prendere e dare voti... Non c'è niente di male.... Se non c'è niente di male a smettere di fare ciò che vuoi per fare solo quello che ti fa avere buoni voti. Da zero a dieci ho un presente da... 6... meno... meno. Ho un appartamento di 85 metri quadri, cabina doccia con bagno turco, letto giapponese; ho un'ulcera e un esofagite da 8 e mezzo, anche il mio passato remoto è da 8 e mezzo, quello più recente, da 6. Ho avuto un fratello che qui in paese era un mito, se n'è andato qualche anno fa... si chiamava Ivan ma nessuno lo chiamava così. Da più di 20 anni ho 3 amici che se volete ve li regalo tutti, anzi, se li portate via ci metto anche un Motorola e il calendario con la Ferilli. Ho una moglie, Fabiana, una che ha mooooolta pazienza. Ho un furgone dell'82, ci vado a fare le serate di blues col mio gruppo (sempre più raramente). Ho una carta d'identità che ogni tanto consulto... beati voi se sapete sempre chi cazzo siete. Ho anche altra roba ma sta a vedere che adesso vi faccio il mio settequaranta. Ho un futuro da 9 o da 4. Dipende da come mi alzo.
A cesare quel che è di cesare a Dio quel che è di Dio" ma uno come me me dove potrà mai ficcarsi? Dove mi si è apprestata una tana? (... ) in quale notte delirante, malaticcia, da quali golia fui concepito, così grande e così inutile? -- Vladimir Majakovskij
martedì 8 marzo 2011
giovedì 3 marzo 2011
Invece le canzoni non ti tradiscono, anche chi le fa può tradirti, ma le canzoni, le tue canzoni, quelle che per te hanno voluto dire qualcosa, le trovi sempre lì, quando tu vuoi trovarle, intatte; non importa se cambierà chi le ha cantate. Se volete sapere la mia, delle canzoni, delle vostre canzoni, vi potete fidare.
Ciccio la radio è un hobby... Potevi essere maniaco dei francobolli o dei pesci gatto o di che cazzo ne so... Dai avrai comunque le tue 300 mila lire al mese, cambierai la 127 ogni tre anni, ti sposerai Ilaria perché quelli come te sposano sempre quella che hanno conosciuto alle medie - Cosa vuol dire quelli come me? - Vuol dire quelli come te, i figli, un maschio e una femmina, se ti va male 2 e 2, a 50 anni la casetta tua con tutte le grate alle finestre per paura degli zingari, tromberai Ilaria solo una volta al mese quando sarete ciucchi, e poi 2 passi la domenica mattina, i tortelli alla vigilia, qualche petardino a capodanno, le barzellette al bar in dialetto, e l'italiano davanti al capo, 90 esimo minuto vita natural durante, la 127 lavata il sabato per portare fuori la famiglia la domenica, una vita di straordinari per comprarti lo zodiac per le gite sul po' e 3 o 4 cento hobbyies nuovi perché sennò il tempo libero ti ammazza... Gran sballo... quelli come te sono anche capaci di fare volontariato alla croce rossa - Quelli come me a quelli come te li mandano affanculo! dal film "Radio Freccia"
Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards. Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa, che viene a prendere l'affitto ogni primo del mese. Credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere una madre e un padre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi. Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa. Credo che non sia tutto qua, però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche Dio. Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecento mila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose. Credo che c'ho un buco grosso dentro, ma anche che, il rock n'roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stro**ate con gli amici ogni tanto questo buco me lo riempiono. Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddie Merckx. Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un ca**o della vita degli altri. Freccia
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